L’albergo diffuso si articola sul versante occidentale di Monteleone, nel cosiddetto “Borgo Nuovo”, in cui l’impianto regolare, serrato e compatto dell’edificato più antico si frammenta, adattandosi ad una condizione orografica complessa e in forte pendenza. Gli edifici guadagnano spazi di pertinenza, orti terrazzati e piccoli giardini interni, mentre le strade, adattandosi alle pendenze, superano con rampe inclinate e scale i salti di quota e generano inedite spazialità, spesso di forma irregolare. Il “Borgo Nuovo” rimane in bilico tra la condizione di digradare verso valle, verso la campagna e il territorio circostante, e quella di rimanere saldamente ancorato all’edificato del borgo più antico; in questa parte del paese si stabilisce con il paesaggio e la campagna circostante un rapporto non solo visivo ma anche strettamente funzionale. Visto da valle o dai prospicienti rilievi, il “borgo nuovo” si riconosce con chiarezza per l’alternarsi di pieni e vuoti: la vegetazione sale verso il centro abitato e si frammenta in piccoli spazi per poi addensarsi alle estremità, nella villa comunale e sul versante meridionale dell’abitato. Gli edifici sono molto semplici, simili a dei fabbricati rurali, con piccole aperture, tetti a falde e murature in pietra intonacata con una caratteristica malta di color grigio scuro. Gli spazi esterni sono stati recentemente completamente rifatti e presentano delle soluzioni architettoniche e materiali di contemporanea concezione, ben inseriti tra i caratteri costruttivi tradizionali degli edifici. Il nuovo albergo diffuso viene concepito come un organismo in evoluzione che ricerca e stabilisce nuove relazioni tra il borgo antico, il borgo nuovo e il paesaggio: nel rispetto dei caratteri di tipicità e con l’introduzione di nuovi elementi architettonici e funzionali, offre al turista alloggi, servizi di accoglienza e funzioni attrattive, coinvolgendo edifici, spazi esterni pubblici e aree verdi immediatamente attigue; il sistema si arricchisce di un articolato susseguirsi di pergole che supportano elementi impiantistici e su cui si avviluppano tralci di vite canadese “parthenocissus tricuspidata”, a portamento rampicante e particolarmente adattabile alle condizioni climatiche. Le pergole, come delle “aeree passatoie”, si snodano tra gli spazi esterni agli edifici adattandosi all’orografia complessa, mettono in relazione le singole parti dell’albergo, guidano il visitatore verso il centro informativo e di accoglienza, le stanze e i servizi, orientano le visuali sul paesaggio. La vite rampicante canadese simbolicamente rappresenta un rispettoso omaggio verso le numerosissime comunità di monteleonesi emigrati in Canada e nelle Americhe: ombrosa d’estate e spoglia di inverno, con il suo ciclo stagionale introduce elementi di estrema variabilità cromatica che si riverberano sui muri e sulle strade conferendo riconoscibilità ai luoghi in ogni periodo dell’anno. Il concept e i principi insediativi e architettonici che fondano la proposta si possono raccontare utilizzando per traslato il glossario caratteristico che descrive il ciclo vitale di una pianta.
{{item.text_origin}}