A Firenze da anni si ipotizzano soluzioni riguardo la possibile nuova costruzione di un nuovo stadio che al passo coi tempi. Oggi, nel 2016, sembra vicina la possibilità che la Fiorentina abbia una nuova casa dove accogliere i propri tifosi. Conseguentemente nasce però il problema di cosa fare del vecchio Franchi progettato dall’ingegnere Pier Luigi Nervi nel 1931. Un’architettura di pregio, dal grande valore storico e artistico, vincolata dalla sovrintendenza e quindi tutelato e da tutelare in futuro. L’idea è quindi quella di rivoluzionare lo stadio attraverso innanzitutto un recupero della struttura allo stato originale eliminando le varie alterazioni che ha avuto nei suoi quasi 90 anni di storia. Inoltre l’obbiettivo principale è quello di rendere lo stadio uno spazio pubblico usufruibile quotidianamente e che sia capace di trasmettere attraverso le nuove funzioni una vocazione culturale sportiva, dove lo sport è soprattutto educazione alla vita, alla socialità, all'impegno.
Urbanistica Lo stadio all’interno dell’area di Campo di Marte è attualmente inserito in uno spazio filtrato dalle strade che lo circondano e alle cancellate di pre-filtraggio per i tifosi utilizzate solo per 3-4 volte al mese al massimo. Viene invece ora considerato un catalizzatore dei flussi urbani dell’area che negli anni si è costruita in maniera frammentata senza un disegno omogeneo. La nuova area di progetto tenta di ricollegarsi al contesto ricucendo il tessuto urbano circostante attraverso nuove aree verdi e una leggera modifica alla viabilità. Viale Nervi viene spostato verso i campi d’allenamento e riportato sulla vecchia via modificata negli anni ’80 per far posto ad uno spazio per il mercato che ora verrà spostato lungo il viale Nervi. Questo consente un allargamento dell’area prospicente lo stadio. Il grande parcheggio di fronte allo stadio viene ripensato portandolo parallelamente allo stadio a lisca di pesce in modo da avere una migliore distribuzione dei parcheggi ed un ingombro paesaggistico meno pesante. Dal campo partono in maniera radiale i percorsi di collegamento col contesto, due dei quali collegano viale Paoli con il viale Fanti nella zona dei giardini, attraverso un unico percorso che attraversa internamente lo stadio ed il campo e dove verranno situati degli elementi espositivi mobili della memoria di Campo di Marte. Questi percorsi che portano verso lo stadio diventeranno così la nuova polarità del quartiere integrandosi con lo spazio circostante.
Lo spazio del campo All’interno del campo da gioco si lascia la doppia possibilità di usufruirne sia come spazio pubblico (in maniera preponderante) sia come spazio per le partite di rugby, calcio, etc ed eventi quali concerti estivi. Nel campo, riportato a livello stradale, viene creato un percorso ad anello che ricordi la vecchia pista di atletica e dalla quale, a raggera, partono i percorsi di collegamento col contesto urbano. I due percorsi che si ricollegano all’interno del campo, oltre che contenere elementi espositivi della memoria di campo di Marte, servono a dividerlo in zone funzionali. Nello zona sud, verso la Curva Ferrovia e il sottostante Museo della Cultura Sportiva, si crea uno spazio gioco per bambini e adolescenti dove è possibile provare alcuni sport, magari meno conosciuti, che permettano una visione dello sport completa e insegnino i valori di questo divertendosi. Nella zona a nord, sotto la Curva Fiesole, vengono invece inserite delle pedane mobili a forma pentagonale ed esagonale, ricordanti le geometrie del vecchio pallone da calcio, distribuiti come un fiore nei quali vengono posti elementi espositivi ricordanti gli eventi calcistici della squadra e del tifo fiorentino verso cui, nel quartiere, c’è e rimarrà sempre un forte legame.
Gli spazi museali I due spazi museali sono stati inseriti in modo speculare sotto le due curve. Dato il bisogno di creare gli accessi al campo al livello della strada entrambi vengono interrotti da due gallerie. Questo ha comportato il bisogno di trovare un modo di sorpassarle senza che diventino un disturbo al piacere di una visione aperta e soprattutto senza creare barriere architettoniche per i disabili. Per far questo, evocando la spazialità degli elementi elicoidali di nervi, vengono create due rampe che percorrono tutto il museo diventandone di fatto lo spazio espositivo, quindi non solo elemento funzionale ma vero e proprio elemento architettonico che diventa spazio museo. In questa zona si conclude con un piccolo bookshop da cui si permette all’utente di uscire o verso il campo o verso l’esterno dello stadio.
La biblioteca Come per i musei anche la biblioteca è caratterizzata dall’interruzione dello spazio dovuto alle gallerie di passaggio verso il campo. In questo caso è stato scelto di dividere l’area in 3 luoghi distinti. Al centro una caffetteria con spazi lettura e relax ed ai lati due sale biblioteca diversificate in base all’uso. Una si può considerare la classica biblioteca dove trovare silenzio per studiare o semplicemente leggere in maniera rilassata. La seconda, speculare, invece è pensata come luogo di co-working e co-studyng dove invece è possibile relazionarsi, parlare, ed interagire con gli altri. Queste tre zone sono comunque tutte collegate da scale-tribune che ricordano gli spalti dello stadio e che diventano quindi anche sedute per gli utenti unendo, anche in questo caso, la funzione alla qualità di caratterizzazione architettonica della biblioteca.
Gli spazi commerciali e ristoro Vengono inseriti anche un ristorante ed un spazio commerciale, ipoteticamente a carattere sportivo, che “staccano” i musei dalla biblioteca completando le funzioni utili a rendere questo un nuovo luogo integrato con il quartiere. Questi nuovi elementi vengono progettati in maniera classica mantenendo nella parte più bassa le funzioni tipo bagni, cucine, camerini, uffici etc, mentre la parte più alta viene lasciata al pubblico ed utilizzata come doppio volume.
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