Torre Scissura è una delle torri di avvistamento realizzate durante il Regno di Napoli sui promontori che scendono a mare dal litorale pontino, attraversato dell’antica via Flacca che collega Terracina e Gaeta.
Sul promontorio di Torre Scissura sorge la villa che si affaccia sulla spiaggia dell’Arenauta, circondata da uno dei rari tratti di costa ben conservati che mantiene un aspetto veramente naturale e selvaggio.
Il progetto nasce dalla demolizione di una struttura esistente, una tipica casa rurale che si presentava come un’aggregazione di volumi spontanei di bassa qualità edilizia che però avevano la fortuna di trovarsi immersi nella ricca vegetazione locale composta principalmente da ulivi, limoni, melograni e da diverse specie arbustive come euforbia, lentisco e ginestra.
Il progetto nasce da un’idea ben chiara: rapportarsi saldamente al contesto prendendo spunto dallo stretto rapporto col mare, dalla presenza quasi quotidiana del vento e dalla storia del luogo.
Nella fase creativa il riferimento figurativo è stato quello di un’imbarcazione mitologica (quella di Ulisse che naviga verso la terra della maga Circe) che, spingendo la prua verso nord ovest, sfruttando lo scirocco, gonfia le proprie vele legate ad un albero naturale che in questo caso è rappresentato da un cipresso.
Il cipresso così diviene il fulcro attorno al quale si sviluppa la villa che mostra una doppia anima: quella più rigorosa che si affaccia verso il mare con forme geometriche e spigolose e quella più morbida che avvolge la natura retrostante con le sue curve concavo-convesse.
La costruzione si compone di due piani sfalsati la cui articolazione crea una zona porticata al piano terra e un terrazzo panoramico al primo piano alla quale si accede da una scala aperta delimitata da una struttura frangisole.
I riferimenti all’architettura mediterranea sono d’obbligo infatti i materiali utilizzati sono la pietra (travertino e pietra di Trani), gli intonaci di calce naturale colorata in pasta (beige chiarissimo), il legno e grandi superfici vetrate. Una piscina fa da mediazione tra il costruito e il mare.
Particolare attenzione è stata data alla sostenibilità ambientale dell’intervento quindi a tutti gli aspetti ecologici finalizzati all’efficientamento energetico della struttura prevedendo l’istallazione di pannelli fotovoltaici e del solare termico (ben occultati sul tetto piano dell’edificio) oltre ad un serbatoio interrato per il recupero delle acque piovane che sono utilizzate per l’impianto di irrigazione del giardino. Inoltre, l’edificio è stato interamente rivestito con un cappotto termico dello spessore di 10 cm. Tutti questi interventi hanno portato l’edificio ad essere classificato in classe A3 quindi può essere ritenuto quasi a consumo energetico zero.
Il giardino, su disegno della land designer Claudia Landi, si articola attorno alla villa con continui cambi di direzione e di livello miscelando in modo sapiente aree per la contemplazione e il relax con spazi per la conversazione e lo stare assieme.
{{item.text_origin}}