La Villa a Forte dei Marmi, opera dello studio di architettura FABBRICANOVE, riscatta un paesaggio che in passato è stato luogo di produzione di materiali esplosivi, poi bellici, poi bonificato a fini agricoli, quindi segnato dal cemento dell'autostrada.
Situata fra la costa e le Alpi Apuane, l'opera sorprende per i gesti chiari, garbati, puliti attraverso i quali si distingue rispetto alle lottizzazioni discutibili che la vocazione turistica del luogo ha contribuito a rendere possibili. A dimostrazione che, nel disordine e nel pressapochismo progettuale di buona parte dell'edilizia italiana contemporanea, la formula per cominciare a dare il segnale di un esempio virtuoso è la semplicità.
La villa a Forte dei Marmi, realizzata da FABBRICANOVE, studio di architettura fondato a Firenze nel 2009, è il frutto di un'attenzione precisa al rapporto fra il paesaggio naturale e l'ambiente costruito, alla chiarezza, alla semplicità, alla vivibilità degli spazi domestici, all'interazione costante, diretta e alla pari con gli artigiani, in particolare falegnami, alla definizione del dettagli che contribuiscono a una percezione dell'intervento unitaria, omogenea. Anzi, è proprio questo ultimo punto che costruisce la vera anima dell'abitazione, pensata come un lavoro sartoriale, alla ricerca di una formula capace di identificare l'intero progetto come un pezzo unico.
Il contesto: II paesaggio naturale e l'ambiente costruito. Il progetto prende le mosse da una situazione di partenza piuttosto complessa e da un contesto urbano e paesaggistico disordinato, a tratti degradato. La zona d'intervento è un luogo nato alla fine del 1800 per accogliere una fabbrica destinata prima a ospitare materiali esplosivi per usi civili (pensati per sfruttare le vicine cave di marmo), poi la produzione di munizioni belliche. Finite le guerre, il sito è stato oggetto di una lottizzazione in funzione della vocazione turistica del luogo. La costruzione dell'autostrada, che corre parallela alla linea di costa, ha poi serrato il centro abitato fra i due assi e ha interrotto il rapporto fisico e visivo con le aree agricole situate alle spalle delle abitazioni. Paesaggio naturale e ambiente costruito sono diventati così due elementi distinti del territorio, senza alcuna possibilità di dialogo. In questi ultimi anni l'amministrazione sta lavorando alla realizzazione di un parco urbano che raccolga al suo interno le aree verdi abbandonate, attualmente disposte a macchia di leopardo ai margini del tessuto urbano consolidato. In questo contesto si inserisce la nuova villa, all'interno di un lotto situato al margine del perimetro soggetto a vincolo paesaggistico. "Riteniamo che il parco debba diventare l'emergenza paesaggistica di riferimento per ogni altro tipo di intervento di iniziativa privata, specie se realizzato in prossimità di esso. La villa, in questo senso, si allinea alle indicazioni previste nel piano di attuazione del parco, considerato fro l'altro che alla realizzazione dell'abitazione si è affiancato un preciso studio delle sistemazioni esterne finalizzato alla migliore integrazione possibile della propria porzione di verde pertinenziale con il contesto paesaggistico dominante", spiega FABBRICANOVE.
L'organizzazione distributiva. La villa, sia all'interno sia all'esterno, privilegia scelte lineari, chiare, nitide proponendo una lettura comprensibile dei suoi spazi. L'edificio presenta due volumi sovrapposti: uno a pianta quadrata, a piano terra, con copertura piana e calpestabile, l'altro a pianta rettangolare, al primo piano, con copertura a un'unica falda inclinata. Il volume scuro e aggettante a pianta rettangolare si appoggia sul volume chiaro a pianta quadrata: il primo ospita la camera padronale, il secondo accoglie la zona notte riservata agli ospiti, la cucina, il soggiorno. A piano terra, la villa si apre verso il giardino e a sud-ovest ospita un patio protetto da una pergola. Sul fianco sud-est dell'abitazione si trova poi la piscina. Al piano interrato trovano posto sia il garage per cinque posti auto sia i locali tecnici e di servizio. La cura con la quale sono concepiti gli interni contribuisce a rendere l'intervento elegante e prezioso, secondo un linguaggio mai urlato o fastoso, piuttosto intessuto di scelte calibrate, morbide nelle tonalità adottate, raffinate nella scelta dei materiali e della loro lavorazione. "La preziosità di alcuni lavori di Gio Ponti è stata per noi di ispirazione nella realizzazione di questo cosa, soprattutto per quanto riguarda gli interni", rivelano i tre architetti.
I materiali e i colori. La villa declina materiali e componenti cromatiche diversi e sempre in armonia fra loro, secondo un disegno complessivo che restituisce un'atmosfera calda, mediterranea, attenta a carpire e ad arricchirsi della luce naturale. Le finestre sono tutte in legno con finitura naturale, così come le persiane per le quali è stata adottata una finitura laccata bianca. Il volume a pianta quadrata presenta poi una finitura a intonaco color avorio, "in modo da risolvere meglio l'attacco a terra e la relazione con il marciapiede, previsto in lastre di travertino chiaro" - racconta FABBRICANOVE -, e quello a pianta rettangolare, sopraelevato e aggettante, è invece rivestito con pannelli ceramici "di un colore che intende richiamare i toni grigiastri delle vicine Alpi Apuane", continuano.
L'interazione con gli artigiani. Tutti gli arredi sono artigianali e realizzati secondo i disegni di FABBRICANOVE, come il mobile contenitore / libreria al piano terra in legno di teak, al quale si affianca la scala bianca in acciaio che diventa un unico oggetto con la prima, sia in termini strutturali sia dal punto di vista formale e visivo: alcune pedate della scala coincidono con i profili bianchi sui quali è montata la libreria. L'attenzione per il dettaglio deriva da un rapporto serrato fra progettisti e artigiani, falegnami in particolare, protagonisti alla pari in un confronto reciproco dal quale scaturiscono soluzioni sempre uniche e originali, arredi su misura declinati in maniera diversa intervento per intervento. Questo tipo di approccio al progetto degli arredi, del resto, è un atteggiamento consolidato per i tre architetti che ricorre in numerosi altri lavori alle varie scale, come nella recente ristrutturazione di un loft nel centro di Firenze (2015) o in quella di Villa Alma (2011) a Pieve di Santo Stefano, in provincia di Arezzo, e ancora, a scala diversa, in "Luna 9" (2009), la parete attrezzata realizzata vincitrice del concorso "La casa del III Millennio".
GLI ARCHITETTI RACCONTANO IL PROGETTO
"Il progetto esalta le caratteristiche di una residenza estiva, attraverso l'integrazione tra spazi aperti e ambienti domestici. Il concept e la logica compositiva consentono relazioni molto precise tra i vari ambiti interni ed il giardino. La casa è così organizzata su due volumi sovrapposti a differente vocazione; il primo, disposto ad elle intorno al patio di ingresso, ospita la zona giorno ed è identificato dalla finitura intonaco chiaro e dal ritmo ordinato delle finestrature; tale volume si spezza e si apre in prossimità dell'ingresso al fine di creare continuità con l'esterno e il giardino. Il secondo volume, con tetto a falda inclinata, si presenta scuro e compatto, una sorta di monolite di pietra che domina e protegge il giardino, richiamando al contempo le cromie delle Alpi Apuane. Esso ospita la zona notte e presenta una grande loggia, quasi uno scavo nella pietra, ove si aprono le finestrature più ampie. I due volumi sono unificati all'interno da vuoti a tutt'altezza, dalla preziosità degli arredi e dei dettagli." (FABBRICANOVE).
Year 2015
Work started in 2013
Work finished in 2015
Status Completed works
Type Single-family residence
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