Il lavoro prevedeva la realizzazione di un edificio a basso consumo energetico, a limitato impatto ambientale, sia nelle sue fasi costruttive sia nell'utilizzo dei materiali (legno x-lam, sughero e lane naturali). Nel contempo era necessario unificare in maniera salda, l'inserimento nell'ambiente costruito con la percezione del paesaggio che in questa porzione rialzata di abitato spazia sui boschi di Barbagia.
“CASA SoNi”
Il progetto qui descritto è un progetto “al limite”; il limite del centro storico con un'area inedificata in zona B, il limite di un isolato del quale rappresenta la testata a valle, il limite tra il costruito e la campagna coltivata. Il tema ha richiesto innanzitutto un accurato studio sulla tipologia insediativa prevalente nell’isolato, al fine di estrapolare la regola che, fatta propria viene riproposta e reinterpretata, cercando comunque di non sconfinare nella citazione vernacolare. Come trattato più volte in altri progetti dello studio, le tematiche principali che si sono volute sviluppare sono: 1. realizzazione dell’ampliamento con limitazione degli sbancamenti, principalmente per questioni paesaggistiche, in quanto meno materiale si movimenta, più il volume viene necessariamente articolato e di conseguenza meglio si inserisce nella scala edificatoria del centro storico; 2. la relazione con il paesaggio, intesa come “inserimento nel paesaggio costruito”, sia del nuovo corpo, che della preesistenza, ma soprattutto come “percezione del paesaggio”, infatti la posizione soprelevata rispetto all’intorno costruito permette di godere dalla zona giorno, ma anche nella zona notte di una vista che spazia sulle montagne circostanti; 3. Lo studio sull’architettura contemporanea in ambiti vincolati dal punto di vista paesaggistico-architettonico, basato sui principi dell’architettura costruita con materiali a basso impatto ambientale e metodologie ecosostenibili, quali legno sughero e lane naturali. L'immobile conserva in se il tipo insediativo originale basato su un corpo elementare con tetto a capanna, il quale viene reiterato nella proposta di ampliamento secondo quanto concesso dall’andamento del terreno. L'opera è stata concepita tenendo in conto, sia il carattere dimensionale proprio “dell'architettura povera” nelle sue manifestazioni più genuine, sia del linguaggio architettonico, ovvero del carattere compositivo delle facciate. Tale carattere è frutto di una disamina del “modus operandi” degli antichi costruttori, dove, attraverso un salto interpretativo del “linguaggio originale” si arriva a un risultato strettamente connesso con l'edificato storico senza però volerlo imitare o perseguire la facile strada del falso storico. L'obbiettivo è quello di dare all'edificio un carattere essenziale, nel tentativo di astrarre (quindi rendere utilizzabili) quelle che sono le specificità del linguaggio compositivo dell'architettura tradizionale. L'impaginato di facciata, caratterizzato principalmente dalla simmetria bilanciata, conserva una impostazione priva di ornamenti, sia nella parte esistente, sia nell’ampliamento.
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