La piazza della Rocca oggi si caratterizza come lo spazio cui si arriva dopo una percorrenza lungo le vie del centro storico della Città Alta di Bergamo. E’ lo spazio dove si conclude una passeggiata attraverso la memoria architettonica bergamasca, che il centro storico racconta tramite le proprie vie e che vede proprio nella piazza della Rocca il luogo dove apprezzare una particolare visione del patrimonio architettonico e naturalistico presente.
La particolare visione di un tale panorama fa rimanere attonito l’osservatore per l’ammirazione che desta, in quanto diviene luogo in cui lo sguardo si perde nella vastità dopo essere stato racchiuso dalle cortine edilizie che il centro storico offre. Tale sensazione oggi risulta alquanto scontata, dovuta ad una mancata organizzazione della piazza che appare incompleta e che propone banalmente quella particolare condizione dell’osservatore di poter guardare da un punto di vista privilegiato.
Elemento fondamentale ed essenziale del progetto e quello di far tesoro, per l’appunto, di quella particolare posizione geografica dell’area, che si colloca non solo come elemento finale di un percorso storico culturale attraverso la Città Alta, ma anche quello di poter governare ed arricchire i possibili punti di vista che si vogliono offrire agli osservatori del ricco paesaggio circostante.
Da qui la scelta di costruire ed organizzare lo spazio attraverso una composizione volumetrica che ponga l’osservatore in diversi punti di vista da dove poter cogliere al meglio ciò che li gravita intorno. In tal modo la continuità della cortina edilizia, viene completata attraverso un’articolazione di volumi che definiscono due linee di forza: una prima sulla linea di terra ed una seconda sulla linea gronda data dagli edifici adiacenti.
La prima linea è caratterizzata da una serie di setti in pietra che compongono una sorta di quinta denominata “il sipario”. Essa definisce lo spazio della vera e propria piazza della Rocca e allo stesso tempo permette di nascondere allo sguardo dell’osservatore il giardino retrostante su cui si appoggia la scena del belvedere, fungendo in tal modo da sipario.
La seconda linea di forza, invece, è determinata da un volume rettangolare in sospensione: una sorta di contenitore dove le funzioni disposte ed articolate all’interno generano l’architettura dei lati dell’involucro. Così il confronto con l’elemento monumentale della Rocca si fa più intenso e provocatorio, l’architettura è data da una serie di aperture quasi casuali e dove l’inserimento delle superfici trasparenti e di un cuneo rivestito in legno a ridosso del fabbricato esistente, intensificano il fenomeno “della sospensione dell’edificio”. Qui trovano posto gli uffici amministrativi del museo, mentre all’interno del cuneo vengono disposti gli archivi ed una piccola sala conferenze.
Viceversa, sul lato opposto, dove il confronto avviene in modo diretto con il paesaggio, il volume si svuota; l’architettura diviene trasparente quasi a voler inglobare il paesaggio stesso dentro l’edificio. Qui si prevede di ospitare su due livelli un museo della storia della città, si presenta l’occasione particolare di poter osservare la città dentro un percorso conoscitivo che riguardi la città stessa: la città dentro e fuori l’edificio.
I piani inferiori sono adibiti principalmente ad attività di ristorazione, bookshop e spazi commerciali. Qui i corpi di fabbrica si dispongono secondo l’allineamento delle mura esistenti, si configurano come tre volumi svuotati a cannocchiale; diventano elementi di raccordo tra giardino e il costruito, tra spazio aperto e spazio coperto e i rispettivi piani di copertura si costituiscono come delle terrazze poste come gradini di erosione su un fianco di una valle.
I collegamenti verticali di raccordo tra i vari livelli vengono dislocati principalmente all’interno di una sorta di colonna di vetro, che permette all’osservatore man mano che modifica la propria quota in altezza di cogliere le diversità del panorama che vi si apre. Tale colonna si pone non solo come semplice elemento funzionale, ma viene considerata come uno degli elementi figurativi dell’architettura dell’edificio: un pilastro virtuale del corpo in sospensione che si appoggia su di essa.
L’intero involucro dell’edificio viene trattato con un'unica tonalità di colore appartenente alla gamma delle terre, in quanto la scelta del colore stesso non diviene fondamentale per la definizione architettonica: è la composizione volumetrica e il rapporto tra pieni e vuoti che definendo piani, sfondati e rispettive linee d’ombra a costruire il carattere architettonico stesso. Solo all’elemento del Sipario gli si attribuisce un rivestimento in pietra con la volontà di favorire una continuità di tale materiale sulla piazza ed a generare una sorta di unico fronte insieme alle mura della Rocca.
Year 2003
Status Competition works
Type Public Squares / Town Halls / Restoration of old town centres / Museums / Bars/Cafés / Urban Renewal
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