Il principio insediativo e compositivo che regola il progetto della “Nuova sede della Regione Molise” si fonda sulla definizione di un sistema permeabile, aperto visivamente e nelle funzioni, che crei opportunità di scambio continuo tra operatori, utenti e cittadini, pur nel rispetto della necessaria sicurezza, privacy e autonomia funzionale e organizzativa degli spazi di lavoro; un dispositivo urbano in cui i concetti spaziali di interno ed esterno fluiscono, si compenetrano, condividono e scambiano campi e margini di azione e fruizione; un sistema al tempo stesso capace di assicurare il ridisegno e la forma urbana a un’area centrale del capoluogo irrisolta nel suo carattere; un’area che attualmente è una sorta di “retro”, di spazio di risulta in cui il disegno del borgo murattiano ha subito una brusca interruzione, in cui il profilo morfologico e l’andamento orografico originario è stato modificato per realizzare lo stadio Romagnosi e in cui gioca un ruolo predominante l’intersezione a vari livelli della rete stradale e ferroviaria, che risulta strategica per l’accesso al centro e per la distribuzione dei collegamenti tra la città e il territorio. La trasposizione fisica di questi principi insediativi si basa sulla configurazione di una nuova topografia e sulla definizione planimetrica, architettonica e spaziale della nuova sede regionale, che su questo “nuovo suolo” si dispone e si articola.
L’edificio della sede regionale si adatta alla nuova topografia e con la propria articolazione garantisce che il “senso pubblico” dello spazio si esplichi in un rinnovato equilibrio tra interno ed esterno, senza rinunciare ad una forma riconoscibile e al preminente ruolo urbano che la sua funzione esige. L’edificio ha forma compatta e occupa, nel rispetto delle distanze dai fabbricati esistenti e dalle strade, la quasi totalità dell’area assegnata, senza per questo ostruire la continuità del collegamento tra il parterre e Piazza Savoia. Dal punto di vista organizzativo e funzionale l’edificio si compone di due blocchi di forma trapezoidale, strettamente connessi tra loro, che condividono il parcheggio coperto destinato ai dipendenti e sono collegati da una hall comune, da spazi di distribuzione che si sviluppano ai vari livelli intorno ad una grande corte circolare vetrata e da un’articolata “fiche tecnica” (che ospita i servizi, i collegamenti verticali, le uscite di sicurezza e assicura una razionale distribuzione degli impianti che alimentano l’intero edificio).
Il primo blocco ospita gli uffici della rappresentanza politica, gli assessorati, la sala del Consiglio e la sala della Giunta e prospetta a ovest su Piazza Savoia, rafforzando in tal modo il preminente ruolo urbano del quartiere murattiano, i cui palazzi sono sede delle principali istituzioni. In rapporto a Piazza Savoia l’edificio si caratterizza per la presenza di una grande hall vetrata, a doppia altezza e arretrata rispetto ai setti che sorreggono la sala del Consiglio regionale, la sala della Giunta e la torre gli uffici degli assessorati. La Sala del Consiglio, ripiegandosi verso l’interno, invita ad entrare nella hall o a percorrere la rampa porticata che a nord la fiancheggia e discende verso il parterre. Un grigliato strutturale a maglie romboidali di colore rosso carminio (le cui cuspidi in basso sono costituite da grandi lanterne che illuminano l’entrata della Hall) si sovrappone alla facciata prevalentemente vetrata, suggerendo in maniera astratta l’immagine di un simbolico gonfalone commemorativo che arreda l’intera Piazza Savoia; per la piazza si ipotizza il ridisegno e la riorganizzazione degli spazi pedonali e carrabili che crea un’area di rispetto antistante la hall. Ai vari livelli e principalmente dal prospetto che guarda a nord, da più punti degli spazi comuni e dalla Sala del Consiglio è possibile percepire lo skyline delle colline su cui si dispone la città e godere della vista del castello di Monforte che ne rappresenta il simbolo.
Il secondo blocco ospita gli uffici amministrativi che sui vari livelli si attestano lungo il perimetro delle facciate che prospettano a nord, a nord-est verso il parterre e a sud-est lungo via Duca di Genova. Il passo regolare della struttura portante scandisce la sequenza degli uffici, garantendo la massima flessibilità dell’organizzazione interna. La circolazione dei visitatori e la distribuzione degli spazi non avviene attraverso corridoi ma è assicurata da uno spazio continuo che si sviluppa intorno ad una corte circolare vetrata, un grande “impluvium” di 20 metri di diametro, in cui la luce naturale penetra, si diffonde e illumina il centro dell’edificio, mettendolo in contatto con l’esterno. Una rampa elicoidale sale intorno al grande cilindro vetrato e collega i vari livelli con uno scenografico effetto spaziale. Per garantire la necessaria privacy e l’isolamento acustico, l’accesso agli uffici è filtrato dalla “fiche tecnica” che ospita gli archivi, i servizi, i collegamenti verticali tra i diversi piani di uffici. Questa scelta distributiva incide in termine di quantità di spazio necessario, ma conferisce grande qualità urbana e senso civico all’edificio, attraverso cui lo spazio pubblico esterno si sviluppa in verticale e occupa tutti i livelli. Verso il parco, l’edificio definisce un nuovo fronte urbano. Un rivestimento di lamelle di legno avviluppa le facciate che si affacciano sul parterre e sulla rampa/giardino, lasciando scoperte le vetrate della hall e dell’aula civica, infittendosi o allargandosi in relazione all’orientamento e alle necessità di illuminazione degli uffici e degli spazi comuni. Favorito dall’esposizione a sud/est e in relazione alla pendenza stradale, il prospetto lungo via Duca di Genova è caratterizzato dal terrapieno (che raccorda le quote, funge da basamento e scherma l’accesso al parcheggio dei dipendenti) a da un courtain-wall schermato da brise-soleil fotovoltaici a inseguimento solare, che si orientano automaticamente per il controllo della radiazione solare e dell’illuminazione interna.
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