Un grande appartamento al centro di Milano, al piano nobile di un imponente edificio liberty in zona Magenta, poco distante dal Castello Sforzesco.
Il progetto di ristrutturazione non poteva che confermare l’inconfondibile carattere milanese di questa casa. Quel tipico non so che, fatto di una razionale eleganza borghese dell’impianto architettonico; della permanenza rassicurante delle sue tecniche costruttive; delle finestre affacciate sui platani del viale; dello stampo mitteleuropeo di finiture e apparato decorativo, come il parquet a spina di pesce, o il seminato alla veneziana, o la boiserie dei serramenti.
Ma non si tratta di un restauro filologico in senso stretto, perché l’impronta originaria – che sia esplicitamente ritrovata e citata, o soltanto allusivamente evocata – entra in rapporto con la contemporaneità della messa a punto distributiva, o del disegno delle attrezzature fisse, o delle tecnologie impiantistiche.
Gli interventi sono stati infatti profondi e impegnativi, arrivando a riguardare alcune parti strutturali, oltre il riordino degli spazi interni e il loro aggiornamento funzionale, l’incremento e la rilocalizzazione dei servizi, la completa sostituzione dei pavimenti e dei serramenti (con l’eccezione di quelli interni che era possibile mantenere e restaurare), l’introduzione di una dotazione impiantistica complessa e avanzata.
{{item.text_origin}}