SEED-HOUSES Un grande studioso del paesaggio e delle sue trasformazioni Italo Insolera, con la sua abituale ironia sosteneva che agli architetti bisognava affidare progetti solo in zone degradate cosi potevano dimostrare quanto erano bravi; quanto ai luoghi di grande qualità bisognava preservarli dagli stessi architetti. Mi è sembrata una sfida da raccogliere: perché non provare a immettere dei piccoli semi di qualità anche nei luoghi degradati, una periferia senza qualità, una campagna devastata e polverizzata, una costa aggredita e condonata. Come un seme possiede un suo bagaglio di conoscenze e sa come diventare una pianta con foglie, fiori, frutti; cosi le seed houses, con la loro concreta presenza, possono far sorgere almeno il dubbio, la fantasia che si può operare con una diversa consapevolezza.
SEED-HOUSE 1 Progettare la casa di un contadino è stata una delle esperienze più straordinarie che mi siano capitate ed è stata la prima seed-house. Quando mi è stato chiesto di elaborare questo progetto, ho proposto al committente che vive e lavora in campagna, di fare una passeggiata per scegliere insieme il “luogo” su cui costruire. Questo rito antico, di cui si è persa traccia, consente di iniziare un viaggio in cui l’architettura nasce fin dall’inizio da un rapporto intenso con il luogo e con le persone che la vivranno.
SEED-HOUSE 2 La "terra dei condoni" ha prodotto un'altro tipo di distruzione del paesaggio che trova la sua massima espressione lungo le costiere marine. In questo contesto la seed-house si propone come un laboratorio ambientale, in cui esplorare le modalità di restaurare un paesaggio abbattendo delle costruzioni condonate sostituendole con degli interventi ipogei, una architettura di ascolto, in cui il movimento del sole e della luna dettano i tagli, le fessure gli squarci che sono luce e percezione del paesaggio. La percezione degli alberi dalla parte delle radici apre una dimensione diversa rovesciata: la suggestione della architettura per sottrazione degli spazi ipogei.
L'architettura delle seed house si riconsegna volentieri alla natura anzi è progettata perché la natura la riconquisti e dunque una architettura botanica. E’ una architettura permeabile perché istituisce un rapporto così stretto con il suo giardino che il dentro e fuori sono pressoché intercambiabili; è piccola fuori e grande dentro perché non ama esibirsi ma rivelarsi sorprendere svelando all'interno dimensioni e proporzioni inconsuete nella architettura domestica contemporanea.
SEED-HOUSE 3 Nel più recente intervento cioè nella periferia anonima di un comune salentino, è possibile leggere il risultato di questa ricerca iniziata esplorando le possibilità di intervento nelle zone degradate. Anche nei piccoli centri urbani che non conoscono ancora il problema della densità edilizia, i centri storici sono avvolti e celati da una periferia anonima che ha smarrito ogni identità. Scoprire invece che esibire è l'atteggiamento progettuale scelto per restituire dignità alle quinte stradali, diventate una sorta di volgare catalogo degli orrori.Un recinto di pietra e lamiera traforate e una fitta vegetazione, un linguaggio dunque tutt'altro che mimetico, lasciano appena intravvedere il volume costruito, in parte svuotato da una profonda terrazza giardino che si fonde con il verde sottostante.La porta di ingresso, anch'essa di lamiera traforata è appena percepibile. Al di là la sorpresa, il volume interno molto più grande di quello esterno perché il piano interrato è recuperato allo spazio di soggiorno mediante uno squarcio che attraversa tutti i tre piani e si prolunga visivamente oltre l 'altezza della costruzione con un grande lucernario che la taglia per tutta la lunghezza. Il piano interrato diventa il soggiorno principale perché il terreno è stato scavato in modo da ricavare una ampia corte su cui si affaccia anche la grande cucina , il giardino si sviluppa cosi su due livelli collegati da un piano inclinato di piante aromatiche, il giardino degli odori. Come il tetto anche la parete posteriore è tagliata per tutta l'altezza, per rendere percepibile il giardino da qualunque punto dello spazio interno.Lo sguardo non più costretto da limiti angusti può percepire dimensioni non più riscontrabili nella architettura domestica contemporanea.
CREDITS
ArchitettiToti Semerano
Design Team: Andrea Piscopo, Iride Filoni, Salvatore Musarò , Stefano Sabato
ConsulentiStrutture: ing. Alessandro Rizzo, ing. Francesco Liaci Direzione Lavori : arch. Andrea Piscopo Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione: arch. Sergio Rollo Progetto del verde : arch. Iride Filoni
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