ENG - Most New Yorkers are too busy for breakfast and either pick up something from the food carts that sit on almost every street corner or subsist on coffee until lunch. But to emulate a typical New Yorker’s weekend, or a rare day off, take your time and head down to the legendary Tea and Sympathy between West Village and Greenwich Village – a tiny English cottage that serves top-notch bangers and mash fare. Over the decades Tea and Sympathy has become a bona fide NYC institution, but there’s also the option to go for something classically New York at Barney Greengrass, the ultimate Upper West Side delicatessen and ‘appetizing shop’ (selling food eaten with bagels). Make sure you try the herring and lox, which they are particularly well known for.
Heading to a museum straight after breakfast can be a great way to get ahead of the crowds and though you’ll still have to fight your way through some early-rising tourists, the permanent exhibition at the Metropolitan Museum of Art is unrivalled. Alternatively, and further from the beaten track, is the Museum of the City of New York, which documents the city’s evolution from a village of Europeans, Africans and Native Americans into the global metropolis.
Regardless of whether you have just skipped through 5000 years of art or took a crash course in the city’s history, you will have worked up an appetite, so head to Sarge’s of Murray Hill, a Jewish delicatessen that, in a city of great sandwich places, stands out for its phenomenal pastrami sandwich. For something more substantial, make your way to Yorkville and stop by a true local gem: The Mansion, a super-old diner that services everyone in the area including the mayor of New York, who lives in Gracie Mansion just down the block. Get the matzoh ball soup (and perhaps a black and white cookie to go) before making your way to Carl Schurz Park on the East River.
From there you can walk all the way down the East Side riverway – a beautiful route that allows you to see the entire panoply of the city in one go, and either follow it all the way to Chinatown for dim sum, or stop by a few dinner spots on the way in Midtown. Two are of particular note, both true icons of Manhattan: Pietro’s – a little-known but remarkable vestige of old New York – and Mimi’s, the ultimate dysfunctional madcap bar with solid Italian-American food (you go for the food and stay for the midnight piano bar magic).
End the day at Scratcher in the East Village. It’s a writers bar, where the scribes from the alternative weekly newspaper, The Village Voice, would drink and has stood the test of time, or try Raoul’s, an old school French bistro, which has a super rare burger, of which they only serve a dozen a day – it can be a real foodie quest to find one.
ITA - Tutti conoscono New York. La sua skyline disegnata dai grattacieli, il ponte di Brooklyn, la Statua della Libertà; i venditori ambulanti di hot dog, i taxi gialli, Times Square la rendono una delle città più riconoscibili al mondo. Scolpita nella memoria collettiva dai film e dalla televisione, è una città che risuona come familiare anche se non l’avete mai visitata e in realtà, anche se ci siete già stati, offre molto di più della tipica esperienza da turista a Broadway, dei musei internazionali e dei lunghi viali costeggiati dai grattacieli che si innalzano fino alle nuvole.
Con l’occasione di presentare un tipico loft newyorchese che abbiamo concluso da poco, realizzato prevalentemente utilizzando i nostri prodotti, abbiamo preparato una guida che vi aiuterà a esplorare la città che non dorme mai come se foste con una persona del posto.
La maggior parte dei newyorchesi è troppo di fretta per fare una vera colazione; prende semplicemente qualcosa in uno dei tanti chioschi che si trovano quasi a ogni angolo oppure tira fino a pranzo con un caffè. Per emulare un tipico week-end o una rarissima giornata di riposo di un newyorchese prendetevi del tempo e andate alla leggendaria Tea and Sympathy fra il West Village e il Greenwich Village, una piccola e accogliente locanda inglese che serve salsicce e purè da urlo. Nei decenni la Tea and Sympathy è diventata un’autentica istituzione della città; se preferite una New York più classica c’è il Barney Greengrass nell’Upper West Side, imperdibile “appetizing shop” dove i piatti sono accompagnati dai bagel. Da non perdere assolutamente le aringhe e il salmone che lo hanno reso famoso in tutto il mondo.
Visitare un museo subito dopo la colazione potrebbe essere una buona soluzione per evitare le code; dovrete così farvi strada solo fra piccoli gruppi di turisti mattinieri. L’esposizione permanente del Metropolitan Museum non ha rivali. In alternativa, lontano dalle strade più battute, c’è il Museum of the City of New York che documenta l’evoluzione della città da villaggio abitato da europei, africani e nativi americani a megalopoli odierna.
Dopo aver sfogliato 5000 anni di arte o esservi sottoposti a un corso intensivo sulla storia della città avvertirete un certo appetito, quindi dirigetevi verso il Sarge’s a Murray Hill, ristorante-tavola calda kosher che, nella città dei sandwich, spicca per il suo fenomenale pastrami sandwich. Per qualcosa di più sostanzioso dirigetevi a Yorkville e fermatevi al ristorante dove mangia, fra gli altri, il Sindaco di New York che vive in Gracie Mansion a un solo isolato di distanza: The Mansion. Ordinate la matzoh ball soup (e magari un biscotto bianco e nero da portare via) prima di proseguire per il Carl Schurz Park sull’East River.
Da qui, scendete lungo la East Side, una bella passeggiata sulla riva che vi permetterà di vedere tutti i tesori della città e percorretela fino alla fine per arrivare a Chinatown per i Dim Sum, oppure fermatevi in uno dei locali sulla strada verso Midtown. Due di questi sono degni di nota, entrambi icone di Manhattan: Pietro’s, meno conosciuto ma un vero classico della vecchia New York, e Mimi’s, un locale con cucina italo-americana tradizionale nel quale si va per cenare ma che con il suo magico piano bar vi cattura fino a tarda ora.
Per terminare la giornata c’è lo Scratcher, nell’East Village: è un bar che resiste nel tempo, frequentato da scrittori dove i giornalisti del settimanale alternativo The Village Voice si incontrano per un drink; oppure provate Raoul’s, bistrot francese della vecchia scuola che serve un burger in quantità limitatissima (solo una decina al giorno), una vera caccia al tesoro per i gourmet.
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