L'intervento ha riguardato opere di ingegneria civile e architettura del verde, volte alla realizzazione di un piazzale di sosta e viale carrabile di accesso ad una villa indipendente e annesse sistemazioni esterne a verde. L'attenzione è stata posta ad armonizzare la realizzazione con il contesto paesaggistico rurale tipico della zona, nonchè a mitigarne l'impatto visivo dissimulando gli elementi attraverso una attenzione progettuale sia alla piena funzionalità che al minimo dettaglio formale-compositivo.
Causa l'elevato dislivello e la brevità del tratto, non vi era alternativa alla realizzazione di una sede senza soluzione di continuità: l'importante pendenza (c.ca 20%) aveva già contribuito congiuntamente alle abbondanti precipitazioni meteoriche a dissestare completamente il precedente fondo stradale, costituito principalmente da pezzame battuto di tufo.
Eliminando putroppo a monte la possibilità di realizzare una "strada bianca" (anche con impiego di prodotti eco-compatibili a resistenze migliorate) e naturalmente accontonata l'asfaltatura (ipotesi scartata dall'inizio per le premesse di impatto e coerenza architettonico-ambientale), la soluzione più pertinente ed efficace ad assolvere alla duplice necessità funzionale e visiva è stato il ricorrere al getto in opera in calcestruzzo: qui si fonde tecnica e ricerca estetetica, attraverso un particolare mix-design che ha selezionato da una parte il legante cementizio (esclusivamente portland al calcare) e dall'altra l'inerte costituito da ghiaietto lavato di cava ("scaglia" calcarea di pezzatura 8-15 mm). L'intenzione infatti era quella di simulare una classica strada imbrecciata che poi sfumasse nelle zone in piano con la semplice pavimentazione in ghieitto sciolto contenuto in un disegno organico di cigli ed aiuole.
Entrambi gli elementi in gioco, infatti, hanno permesso di ottenere un classico colore bianco-sporco (tipico delle stade in misto granulare/stabilizzato) in luogo del poco pertinente grigio del classico cemento industriale. Inoltre la progettazione esecutiva che ha dettato le fasi operative, ha posto l'attenzione alla gerarchia delle resistenze, conformando ai bordi della carreggiata una zona in lieve pendenza dotata di ciglio contenitivo (zanella alla francese) sia per la canalizzazione dell'acqua - da una parte - ed il contenimento dei micro-smottamenti del terreno in pendenza - dall'altro -, che per individuare un segno riconoscibile nel percorso: la scelta del tipo di cls in questo caso ha previsto un mix-design costituito dallo stesso inerte della carreggiata con l'aggiunta di sabbia calacarea, in ragione sia della maggiore compattezza che della finitura più tradizionale. La carreggiata con inerte naturalmente affiorante con "effetto lavato" (che si affina con il tempo attraverso l'azione erosiva dell'acqua meteorica e dell'attrito dovuto al passaggio delle auto) è dunque confinata tra due "sponde contenitive" e questo le permette di mantenere la propria identità di percorso e di durabilità nel tempo.
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