L’idea del progetto nasce dalla volontà di realizzare uno spazio magico, dinamico, sorprendente, fortemente emozionale che racchiuda però, allo stesso tempo, tutti quegli elementi compositivo-funzionali volti a legare l’architettura del contesto alle esigenze funzionali di spazi dedicati alla vendita di libri e riviste di architettura, arte e design, oggetti e prodotti di arredo, prodotti legati al cibo, luogo per eventi, ecc .
Gli spazi architettonici sono stati pensati per stimolare delle forti emozioni sensoriali e per esplorare un nuovo concept di retail che vede la fusione degli spazi della vendita con quelli della socializzazione, del lavoro e dello scambio culturale. La ricerca sperimentale che si è tentato di applicare, si muove trasversalmente attraverso nuovi contenitori caleidoscopici, mutevoli e flessibili, caratterizzati da una forte elaborazione delle forme, che tende a coinvolgere tutti i sensi attraverso una sinergia tra atmosfere, spazi, design e materiali, che accompagnino i fruitori verso un inebriante stupore percettivo.
Il progetto architettonico realizzato, è risultato il vincitore di una gara europea a procedura aperta per l’affidamento in concessione dei servizi di bookshop, caffetteria e ristorazione, del museo MAXXI di Roma, bandita ed espletata dalla Fondazione MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, nel 2017. In sostanza gli elementi compositivi del progetto ruotano tra decostruzione e fluidità, tra emozione e stupore spaziale, tra dinamismo e comunicazione.
Nel progetto del MAXXI, lo spazio non si identifica esclusivamente in un percorso lineare, ma offre una gamma di scelte alternative per far sì che il visitatore non torni mai sui propri passi, godendo di suggestivi scorci panoramici sull'architettura, le opere e la città.
Uno dei limiti iniziali che ha condizionato alcune scelte progettuali era dato dalle grandi altezze dei locali (di cui uno nato per essere una sala espositiva).
Queste generavano tre tipi di problemi:
- Uno di carattere prossemico, legato agli spazi molto dilatati;
- Uno relativo all’illuminazione di questi spazi che venendo proiettata dall’alto verso il basso da proiettori;
- Uno relativo al discomfort acustico inevitabile per i rivestimenti preesistenti e la conformazione degli spazi.
Nel progetto si è cercato, attraverso operazioni di decostruzione e processi di astrazione, di trasporre agli elementi architettonici preesistenti, delle geometrie decostruite, piani inclinati, forme disarticolate, tagli, asimmetrie, spazi compressi e successivamente dilatati , volumi pieni che subiscono smaterializzazioni, ecc.
I punti base su cui è stato impostato il progetto architettonico sono stati:
· Riconoscibilità architettonica, allestimento temporaneo come spazio “Installazione Artistica”, Sensorialità e Percezione degli Ambienti;
· I pannelli Buffer Acustici, Illuminazione, Adeguamento Prossemico delle doppie altezze, Comunicazione Statica e Dinamica;
· Variabilità degli spazi e compresenza di funzioni. Riconfigurabilità;
· L’aspetto multimediale e di comunicazione delle superfici verticali mobili scorrevoli;
· Gli spazi del vivere : dal coworking ad una dimensione domestica
Una moltitudine di pannelli leggeri in materiale fonoassorbente (dei veri e propri buffer), fluttuano nell’aria conferendo all’ambiente una sensazione di etereo, di immateriale come nuvole in movimento. Questi, sono diversi per diametro e inclinazione, si piegano, si incastrano e si deformano adagiandosi verso gli involucri esistenti senza mai toccarli. Sono pannelli sospesi che sembrano galleggiare in aria con estrema leggerezza, effetto dato anche dalle colorazioni scelte per la luce calda, che oscillano tra i toni cromatici del bianco e del beige grazie a degli scenari domotici che agiscono su dimmer.
Un altro elemento che accentua questo distacco dal soffitto e la sensazione di leggerezza dei pannelli è sicuramente la retroilluminazione. La luce si incanala tra i tagli dei pannelli e, dato il diverso posizionamento e le diverse dimensioni fisiche degli stessi, devia in più direzioni e si diffonde all’interno del locale creando diversi scenari.
Altro elemento caratterizzante è costituito dalle pareti attrezzate mobili che contengono i prodotti in vendita e che rappresentano dei veri e propri setti che hanno la funzione di poter schermare e suddividere lo spazio per permettere ad esempio la contemporaneità dello svolgimento di due eventi. Su queste pareti si possono applicare dei tessuti removibili, sui quali saranno proiettati eventi, video e demo legati ad eventi (compresi quelli riguardanti le mostre del MAXXI), luci per lettering o brandizzazione del locale per eventi dedicati.
Sempre sui pannelli sospesi potranno essere agganciati oggetti di design, banner illustrativi, corpi illuminanti, proiettori, ecc., cioè tutto quello che risulta oggi necessario per allestire eventi contemporanei a contenuto multimediale.
Il movimento delle pareti autoportanti scorrevoli , genera la possibilità di riconfigurare il locale a seconda delle esigenze, consentendo con il semplice spostamento la personalizzazione dei sistemi audio/*video di comunicazione di avere a disposizione diversi layout distributivi.
Uno spazio multifunzionale, poliedrico dinamico nel quale convivono luoghi dedicati al coworking libero (banconi attrezzati in Corian cablati e illuminati appositamente) , con gli spazi per la lettura e la socializzazione (poltrone, divani e tavolini), luoghi dell’esporre (scaffalature, espositori, pareti mobili) e luoghi del consumare (banconi, panche, tavoli alti e bassi, salottini).
Una sapiente ibridazione tra tecnologia, cultura del cibo e dell’arte, aspetti vagamente domestici ed altri metafisici, socialità ed intimità, il tutto affidato a degli spazi fortemente emozionali, che accolgono, sorprendono ed accompagnano il visitatore in un percorso sensoriale che rimarrà nella memoria come coronamento delle esperienze vissute nelle mostre ospitate nel Museo del XXI secolo.
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