Il progetto Womb sorge in un quartiere che negli ultimi dieci anni ha visto moltiplicarsi il numero di edifici di ragguardevole altezza che hanno arricchito lo skyline milanese di nuovi segni e dato vita, sia pur in ritardo, al “centro direzionale” proposto a più riprese fin dagli anni Cinquanta.
Le scelte architettoniche del nostro progetto vanno nella direzione di rafforzare l’identità urbana dell’edificio, individuabili nel carattere sobrio del sistema costruttivo esposto in facciata, nell’equilibrio tra le linee verticali dei pilastri e le fasce orizzontali dei solai a cui fa da sfondo la superficie vetrata in posizione arretrata rispetto al filo della facciata.
Una scelta che non si ispira ai celebri pilotis modernisti, ma alla solida tettonica degli edifici ottocenteschi; una scelta che non ha nulla a che vedere con il revival post-modernista, ma che si orienta verso materiali, superfici e soluzioni contemporanee, dove gli elementi architettonici danno vita a giochi di ombra e di luce e si pongono come alternativa alle distese di vetro riflettente tipiche di alcune facciate della zona.
Il progetto ambisce a migliorare la qualità degli spazi urbani di un isolato che oggi appare ancora marginale rispetto alle zone circostanti, già oggetto di una radicale trasformazione e rinnovamento, in particolare l’edificio della Fondazione Feltrinelli in Viale Pasubio, la torre Accenture e la torre Allianz, per citare gli interventi più vicini e più noti.
Questo obiettivo è perseguito con una soluzione progettuale che combina un volume a sviluppo marcatamente verticale – l’edificio a torre – con un volume basso al piano terreno – la corte e il giardino pensile – che riprende il perimetro del lotto sulle vie adiacenti.
Il progetto prevede una torre di 20 piani per un’altezza di 86 metri e che si sviluppa su una pianta a forma di parallelogrammo.
La geometria affilata dello schema è generata dalla complessa conformazione del lotto, nonché dal rispetto dei vincoli urbanistici che conferiscono dinamismo al sottile volume della torre, una lama che rivolge il lato corto verso la nuova piazza per accentuarne il senso di verticalità, percepibile da chi arriva da questo lato (stazione Garibaldi, Corso Como, Piazza Gae Aulenti).
Un attento studio del piano tipo ha permesso di contenerne la superficie a favore dello sviluppo verticale dell’edificio.
Il piano tipo prevede un nucleo decentrato e allungato dove sono raggruppate scale, ascensori e servizi, per lasciare completamente libero lo spazio di lavoro che si presta a innumerevoli configurazioni interne.
La flessibilità d’uso è il principio ispiratore degli spazi, intesa non solo come possibilità di modificare gli interni, inserire o togliere pareti divisorie, ma soprattutto parcellizzare i piani in reparti, uffici e attività diverse gestite da uno o più tenant.
Tra le varie soluzioni, abbiamo previsto alcune zone a doppia altezza che potranno essere impiegate per usi diversi a seconda delle necessità, quali per esempio:
_ reception dedicata, nel caso di locazione a tenant diversi;
_ spazio di lavoro informale, soprattutto per i lavoratori che combineranno smart-working e presenza in azienda per attività speciali, riunioni, formazione, team-buliding, ecc.;
_ clubhouse, nel caso di aziende che sceglieranno il capoluogo milanese come sede di rappresentanza (in abbinamento a salette insonorizzate per incontri di business riservati).
Per gli spazi di lavoro proponiamo la possibilità di miscelare diverse soluzioni: ambienti open-space, uffici personali e sale riunioni.
La copertura del piano terreno è raggiungibile dall’esterno tramite una scalinata ed è trattata come un giardino pensile. Si tratta di uno spazio semi privato che può essere usato dagli abitanti della torre come luogo di svago, riposo e lavoro informale, ma che può anche essere reso accessibile al pubblico durante il giorno o in occasioni speciali.
La scalinata dal carattere urbano si rivolge verso via D’Azeglio e rappresenta una prosecuzione visiva della “piazza” che il nuovo volume andrà a definire.
L’accesso al giardino pensile – ben visibile anche dalla reception del complesso - sarà controllato e gestito con cancelli automatici a scomparsa verticale nel terreno, in particolare per le ore notturne.
La posizione e l’orientamento fanno del giardino un luogo piacevole e luminoso per molte ore della giornata, ombreggiato dalle piante e non dagli edifici alti che lo circondano.
L’organizzazione interna dell’edificio prevede una serie di spazi collettivi al piano terreno, oltre naturalmente all’ingresso.
A destra della reception, nella zona più interna del lotto, è collocata una sala convegni da utilizzare per eventi formativi, presentazioni e attività che prevedono un pubblico più numeroso (capienza aula 100 posti).
L’ala dell’edificio che si affaccia su via Tito Speri accoglie invece una serie di sale riunioni di diverse dimensioni che potranno essere condivise, anche da diversi tenant, tramite un sistema di prenotazione centralizzato.
La scelta di portarle vicine all’ingresso nasce da diverse considerazioni, non ultima l’emergenza COVID che ha reso necessaria la sanificazione più frequente degli ambienti accessibili da ospiti esterni.
Nondimeno, riteniamo che questa soluzione interpreti anche una tendenza più ampia a utilizzare gli spazi di lavoro come luogo di incontro, accoglienza e di scambio, non solo di filtro. Si è voluto quindi sottolineare il carattere “urbano” del piano terreno con una serie di ambienti collettivi, come il già menzionato giardino pensile e un ampio lounge bar al primo piano.
{{item.text_origin}}