CITTA' DELL'ARTE E DELLA MUSICA
LA FILIERA MUSICALE
Il Centro per l’Infanzia ad Indirizzo Artistico e Musicale della Fondazione Luigi Bon di Colugna di Tavagnacco Udine, si configura di fatto per il suo progetto didattico come il primo centro di questo tipo in Italia. E’ parte di una filiera educativa/musicale esistente da decenni, con più di 200 allievi della Scuola di Musica ed il Piccolo Teatro dall’importante cartellone concertistico e non solo, alla quale mancava il tratto formativo dai 3 ai 6 anni.
IL LIBRO DEI SOGNI
Luigi Bon (Colugna 18 ottobre 1888, Udine 5 marzo 1969) ideatore della Fondazione che ora porta il suo nome,all’inizio del ‘900 è stato portatore/simbolo di una visione della società riassumibile in questa sua sintetica ed illuminante affermazione programmatica: “senza Istruzione e Cultura non può esserci Sviluppo Economico” e così per non dare troppa importanza alle sole parole, con l’aiuto di tutta la comunità, costruì un Teatro ed una Scuola. Molto tempo dopo, un gruppo di persone generose trasformò quella scuola in una Scuola di Musica ma, tra violini e tromboni mancavano le voci dei bambini. Così con la responsabilità di questa eredità è nata l’idea di estendere la didattica di quella che è una delle più importanti Istituzioni e filiere Musicali Private in Italia anche all’Infanzia. La prima cosa che abbiamo realizzato come Architetti, è stato un “Libro dei Sogni” dove il progetto è stato spiegato con un linguaggio adatto ai bambini, al fine di sensibilizzare gli interlocutori istituzionali e non sulla bontà di un progetto che nasceva a budget zero e, zero euro sono veramente pochi per un qualcosa di così ambizioso. Il progetto del Centro per l’Infanzia ad Indirizzo Artistico e Musicale e con esso la ristrutturazione di tutto il complesso, Scuola di Musica e Teatro, è stato reso possibile grazie al Lavoro e all’Entusiasmo di una serie di attori: le istituzioni pubbliche, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ed il Comune di Tavagnacco per i contributi economici ed il sostegno in generale; Il CdA della Fondazione senza scopo di lucro, animato di grande generosità e coraggio; un gruppo di progettisti in parte anche musicisti che hanno lavorato in modo integrato, mettendo sempre i bambini al centro del progetto; un gruppo di Imprenditori, Sponsor, Fondazioni che hanno sostenuto in proprio una parte del finanziamento dell’opera, consapevoli del ruolo sociale dell’Imprenditore e dell’importanza delle ricadute sul territorio del loro agire. In pratica una Comunità allargata e la consapevolezza del significato della parola stessa Comunità. Un progetto ed una storia finita nel migliore dei modi anche se non senza difficoltà, dove per mesi in cantiere sono stati affrontati numerosi problemi come l’adeguamento antisismico senza snaturare l’edificio storico, la bonifica dall’amianto e molto altro con un budget contenuto. Quando un gruppo di persone sono mosse dall’entusiasmo e dal coraggio, un gruppo di professionisti/amici fanno della progettazione integrata il loro punto di forza e le istituzioni fanno sentire la loro presenza, tutto diventa possibile e reale, come i concerti di livello internazionale del Teatro, gli oltre 200 allievi della Scuola di Musica ed ora i 40 bambini del Centro per l’Infanzia ad Indirizzo Artistico e Musicale. Così, in breve tempo, il “Libro dei Sogni” è diventato realtà.
IL PROGETTO DI RIGENERAZIONE URBANA
Il progetto di rigenerazione urbana di una struttura, come quella della Fondazione Bon, è stato molto ambizioso pur nei limiti di non significative risorse economiche proprie di un’istituzione culturale privata senza scopo di lucro. Serviva ottenere un adeguamento strutturale, in una delle zone più sismiche d’Italia, di un complesso di edifici esistenti, in parte degli anni ‘30 ed in parte degli anni ‘70. Serviva anche portare degli involucri edilizi da una classe energetica G ad una classe A. E’ stata poi raggiunta a fine lavori la classe A4. Il tutto, senza significative interruzioni della didattica e senza alterare la parte storica degli edifici degli anni ‘30. Pur nei limiti di un involucro esistente al quale è stato aggiunto un volume, il progetto è portatore dei contenuti tipici delle nuove realizzazioni educative contemporanee sul modello del Reggio Children Approach. I tratti principali di questi contenuti sono: l’eliminazione dei corridoi, l’accorpamento di spazi piccoli ed angusti in ampie aule dalle geometrie adatte ai vari progetti didattico/musicali ed un importante lavoro sul trattamento della luce naturale, con l’apertura di grandi porte finestre a sud e di vari punti di illuminazione zenitale dal tetto a falde. Un progetto di questo tipo non poteva non avere come obiettivo essenziale quello di mettere in relazione tutti gli spazi interni con quelli esterni, prima quasi negati o considerati solo affacci casuali. L’organismo così ottenuto è diventato di fatto un tutt’uno con il suo giardino oggetto di un progetto ad hoc, ma anche con il contesto urbano in cui è inserito.
L’ARCHITETTURA SOTTILE
Quello che noi chiamiamo, forse impropriamente “Architettura Sottile” è una sorta di progetto nel progetto, dove trovano posto sperimentazioni sull’uso del colore, sull’uso dei materiali innovativi, sulle geometrie e relative “onde di forma”, collegate in questo caso anche all’acustica musicale. Il tutto sempre strettamente legato al recupero di tradizioni costruttive, spesso portatrici di esperienze tattili, dove i materiali da costruzione, diventano essi stessi strumento didattico per chi vive lo spazio. Piccole cose che grazie ad un uso intenzionale della luce e della luce colorata, naturale o artificiale che sia, consentono di vivere esperienze sensoriali in movimento nello spazio. Mai tutto questo lavoro, solo apparentemente invisibile, è stato così importante in un luogo deputato alla formazione artistica e musicale, in una filiera che a partire dai tre anni di un bambino, accompagna gli artisti per tutta la loro vita.
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